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venerdì 3 gennaio 2014

I rimedi naturali per sconfiggere il reflusso gastroesofageo

Bruciore di stomaco e acidità sono i sintomi più frequenti. Ma possono comparire anche dolore, difficoltà a deglutire, mal di gola e tosse stizzosa. Il reflusso gastroesofageo disturba una persona su tre, prediligendo le donne. Ecco i rimedi naturali più idonei per controllarlo.

Ai cambi di stagione possono accentuarsi certi disturbi digestivi, inclusa la malattia da reflusso gastroesofageo (nota anche con l'acronimo MRGE o, in inglese, GERD), un'infiammazione della mucosa dell'esofago provocata dalla risalita dei succhi gastrici (acidi) o, meno frequentemente, della bile (a pH basico).

Diverse ricerche scientifiche hanno preso in esame i farmaci comunemente impiegati per tamponare questo disturbo (gli inibitori di pompa protonica, come omeprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo), evidenziandone effetti collaterali anche importanti, tra cui maggior incidenza di osteoporosi e rischio più elevato di infezioni intestinali.

Non per questo è necessario convivere con sintomi quali il rigurgito, il dolore - tipicamente "bruciante" (pirosi) e localizzato alla bocca dello stomaco o dietro lo sterno -, la sensazione di disagio nel deglutire (disfagia), una strana tosse, spesso bollata come "nervosa", e altri fastidi minori che molti conoscono bene.

Possiamo infatti attingere dalla fitoterapia diversi rimedi naturali utili per contrastare, se non addirittura neutralizzare, l'infiammazione provocata dal reflusso. Quelle che seguono sono alcune tra le risorse più efficaci, sia come rimedi autonomi, sia come parti di un programma organico e finalizzato al riequilibrio della sfera digestiva.

Liquirizia (Glycyrrhiza glabra). I principi attivi estratti dalla radice – principalmente la glicirrizina e l'acido glicirretico suo derivato, oltre ad alcuni flavonoidi – hanno proprietà antinfiammatorie che agiscono in maniera elettiva sulle mucose di esofago e stomaco. Contro il reflusso funzionano benissimo sia le compresse, sia il decotto, che si rivela valido anche come antitussivo. La liquirizia comune va impiegata con cautela se si soffre di ipertensione, preferendo in questo caso formulazioni prive di glicirizzina (e comunque efficaci), come meglio specificato nell'articolo Mal di stomaco e reflusso gastroesofageo: la liquirizia risolve.

Aloe (Aloe vera o Aloe barbadensis). Difficile trovare qualcuno che non abbia sentito parlare delle virtù di questa pianta, a volte fin troppo magnificata dai media e dall'opinione comune. Del tutto meritata è tuttavia la sua fama di riepitelizzante delle mucose e della pelle. E' però fondamentale assicurarsi di assumere prodotti che contengano il solo gel, estratto dalla parte centrale della foglia, e non anche il succo, che invece può essere addirittura controindicato (attenzione agli equivoci terminologici: approfondite a questo articolo sulle proprietà dell'aloe).

Boswellia o incenso (Boswellia serrata). I principi attivi presenti nella resina di questa pianta indiana, molto apprezzata dalla tradizione ayurvedica, contribuiscono a ridurre l'infiammazione e stimolano la riparazione della mucosa gastrica. La boswellia è un rimedio sicuro, privo di controindicazioni ed effetti collaterali. Preferitela in capsule di estratto secco titolato e standardizzato in acidi boswellici.

Malva (Malva sylvestris), altea (Althaea officinalis) e diverse specie di piantaggine (Plantago spp.) formano una triade sinergica nel lenire le mucose infiammate e i sintomi del reflusso, grazie alle mucillagini che contengono. Potete preparare un macerato a freddo lasciando in acqua per 8 ore una o più d'una di queste piante, in vendita già pronte in taglio tisana in erboristeria (trovate anche un breve filmato che spiega come fare nella sezione I video del dr. Avoledo).

E non dimenticate che il reflusso gastroesofageo si riscontra con maggior frequenza nelle persone particolarmente sensibili allo stressNervosismorabbia repressa (il classico "boccone amaro" che non riusciamo a mandar giù), tensioni e preoccupazioni si ripercuotono spesso sulla delicata fisiologia dell'apparato digerente. Potrebbe quindi valere la pena intervenire anche sulla sfera psicoemotiva. Come? Ad esempio, ricorrendo al tiglio (Tilia tomentosa) e alla melissa (Melissa officinalis), quest’ultima specificamente indicata contro le somatizzazioni viscerali dell'ansia.

Fonte: Lucaavoledo.it